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Cosa afferma la 'gender theory'

Per “teorie di genere” (“Gender Theory”) si intende un complesso di studi (Gender Studies) ed opere saggistiche prodotte soprattutto nel mondo anglosassone, a partire dagli anni ’60, in diversi ambiti accademici (psicologia, filosofia, sociologia, linguistica..).
Queste teorie nascono nell’ambito dei movimenti ideologici femministi per contestare il sistema tradizionale di considerazione socialedella donna, a tratti decisamente discriminatorio. Col tempo però le teorie di genere, che intanto vengono fatte proprie dai movimenti gay, arrivano ad immaginare la società ideale come quella in cui l’eguaglianza tra le persone può essere attuata solamente riconoscendo nel “sesso” una mera convenzione sociale, costruita attraverso l’imposizione di regole e norme esterne, che obbliga le persone a vivere “da maschio” o “da femmina”, come se questi modi di essere avessero un reale fondamento naturale – fondamento che le teorie di genere negano.
L’identità sessuale, fondata sulla realtà biologica psicofisica, è sostituita dall’identità di “genere”, concetto aperto che abbandona il dualismo eterosessuale in favore della più vasta ed arbitraria gamma di auto-rappresentazione di sé (cinque i generi principali: maschile, femminile, omosessuale, transessuale, ermafrodita, ma il governo australiano ne ha riconosciuti ufficialmente 23, mentre l’edizione americana di Facebook permette di scegliere il proprio genere tra 56 diverse opzioni); il genere è un dato mutevole, fluido, influenzato, questo sì, dal contesto ambientale e ancor più dal desiderio sentimentale individuale o dall’emotività passeggera. Nonostante le teorie di genere siano smentite dalla mole di evidenze scientifiche che ci raccontano l’assoluta naturalità di un sistema incardinato sulla complementarietà dei sessi maschile e femminile, fortemente caratterizzati ancor prima della nascita anche quanto al loro svolgersi psico-attitudinale, esse vengono oggi brandite in ambito politico nelle battaglie per i “diritti” e per l’”uguaglianza”: si tratta dunque di una vera e propria nuova ideologia. L’aspetto più grave è che quest’ideologia politica viene oggi propagandata con ogni mezzo mediatico, perché le lobby che la sostengono riescono a far passare il messaggio per cui solo questa impostazione culturale ed antropologica può garantire il rispetto reciproco ed evitare situazioni di discriminazione e violenza: l’ONU e l’UE hanno preso posizioni politiche importanti in favore di quest’opera propagandistica nelle scuole tra le giovani generazioni. Noi crediamo che l’unica vera ingiustizia sia spacciare per vera e indispensabile un’ideologia che nega la realtà antropologica più evidente di tutte: che si nasce maschi e femmine, e che la complementarietà delle doti naturali dei due sessi è una ricchezza straordinaria per l’umanità intera, passaggio obbligato di ogni speranza di progresso. Educare i giovani all’idea di una “identità di genere” nebulosa e indefinita crea una pericolosa instabilità psicologica, che mette in un conflitto assurdo la sessualità corporea e quella psichica naturalmente conseguente.

 

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Data di pubblicazione: venerdì 10 aprile 2015
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